Dal Vangelo secondo San Luca

Quando venne l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: “Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio”. E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: “Prendetelo e fatelo passare tra voi, perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio”. Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi”. “Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!”.

Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo. E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. Egli disse: “I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele. Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli”. E Pietro gli disse: “Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte”. Gli rispose: “Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi”.

Ciao! Nel testo di oggi, Gesù e i suoi discepoli sono insieme per la festa della Pasqua. Questa festa ricorda il passaggio dalla schiavitù in Egitto alla libertà nella Terra Promessa per il popolo di Israele. E anche qui, in questo testo, c’è un passaggio che si prepara. Gesù sa che la morte, la sua morte in croce, si avvicina, ma sa anche che non sarà la fine della storia. E vuole preparare i suoi discepoli a questo momento difficile della croce.

Sarà difficile per i suoi discepoli perché vedranno il loro maestro, qualcuno che ammiravano, essere umiliato e morire sulla croce. Gesù vuole prepararli a questo momento difficile ma anche far loro intravedere che non sarà la fine della storia. E per questo motivo Gesù non cerca di scappare. È felice di trascorrere questo tempo, questo pasto, con i suoi discepoli. E continua il suo insegnamento. Proprio come in questo pasto che Gesù desiderava ardentemente trascorrere con i suoi discepoli, Gesù vuole essere in comunione con noi.

E l’Eucaristia è un segno di questa comunione che ci viene offerta e che possiamo ricevere.

Accogliere Gesù nella nostra vita ci rafforza e ci aiuta a superare le prove. Qui, nella seconda parte del testo, Gesù vuole che i suoi discepoli capiscano qualcosa di importante. Vuole che vedano che il potere di Dio, il potere di Gesù, non è un potere che impone e domina ma piuttosto un potere umile che sostiene e incoraggia. Che sostiene e incoraggia soprattutto i più deboli. Gesù chiede ai suoi discepoli di non cercare onori o di dominare. Ma accogliere Gesù e diventare discepoli ci chiede di donare noi stessi. Ma questo dono non ci stanca, perché l’amore di Dio nutre il dono.

E questo potere umile che viene da Dio non attira la celebrità umana ma ci aiuta a superare le difficoltà e ci conduce alla vita. Su questa strada del dare siamo poveri, e come Simon Pietro a volte non siamo in grado di mantenere la nostra parola o le nostre promesse e non riusciamo ad amare come vorremmo.

Ma la fede è qualcosa di più profondo delle nostre parole o delle nostre promesse, dei nostri fallimenti o dei nostri errori. La fede, la fede di Pietro, non è scomparsa quando ha rinnegato Gesù. Gesù ci conosce e ci sostiene; ci sostiene soprattutto nelle prove.

E non siamo soli nonostante i nostri errori e i nostri tradimenti, nonostante la nostra infedeltà e la nostra debolezza. Gesù rimane fedelmente al nostro fianco e Gesù non rifiuta Giuda o Simon Pietro. Anche noi lo tradiamo quando, invece di accoglierlo e confidare in lui, vogliamo controllare, dominare, possedere. O quando cerchiamo onori.

Accogliere la comunione che Gesù ci offre, accoglierlo nella nostra vita ci aiuta ad andare oltre le nostre debolezze o le nostre imperfezioni. E ci aiuta a superare momenti o prove difficili. Ciò non significa che non ci sarà sofferenza, ma Gesù ci aiuta ad andare oltre e a superare questi momenti. A immagine di Gesù siamo chiamati ad essere persone che servono Essere qualcuno che serve. Questo esempio di Gesù non deve mai essere perso di vista. Piuttosto che competizioni che ci isolano e ci chiudono, Dio vuole rapporti di servizio e aiuto reciproco, che liberino.