Gv 20, 1-10
Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.
Mentre tristi notizie ci affliggono ogni giorno, chiediamo a Dio di aiutare la nostra umanità, che è stata messa alla prova non solo dalle devastazioni del coronavirus, ma anche da tante altre sofferenze. Gli affidiamo coloro che si sono ammalati, i loro parenti e coloro che si stanno prendendo cura di loro.
Stiamo implorando Dio. Ma dobbiamo stare attenti a non chiuderci nella nostra angoscia mentre aspettiamo semplicemente che questo calvario passi e che tutto ritorni come prima. Supplichiamo Dio, ma anche Dio ci supplica – Dio vuole essere ascoltato. Dio potrebbe ben dirci: svegliati!
Non che Dio punisca l’umanità. No, mai! Dio è il Dio della compassione. È vicino a ogni essere umano. Dio “può non può che donare il suo amore”, secondo le parole di un credente orientale del VII secolo, Isacco di Ninive, che frère Roger ripeteva spesso.
Sì, Dio ama ciascuno di noi. E Lui ci parla proprio perché ci ama. Dio non vuole dirci in questo momento: “vedete quanto dipendete gli uni dagli altri, dalle persone più vicine, ma anche tra paesi e popoli. Vedete quanto avete bisogno della fratellanza umana. Vedete quanto il prendersi cura del creato è necessario per il vostro futuro”.
La pandemia che ci sta attaccando mette improvvisamente in evidenza la necessità di profondi cambiamenti nelle nostre società. Ad esempio, enormi somme continuano a essere spese per gli armamenti, quando una piccola parte di questo denaro sarebbe sufficiente per ripristinare la dignità umana a tutte quelle persone che ne sono private.
Molte persone affrontano coraggiosamente la sfida della solidarietà. Offrono se stessi in modo che, di fronte all’epidemia, la vita continui, a volte a rischio della propria salute o della propria vita.
Sì, il calvario che stiamo attraversando contiene una chiamata alla fratellanza. Ma, ancora di più, quale può essere la luce portata oggi dal messaggio Pasquale?
La mattina di Pasqua, Maria Maddalena arriva dagli apostoli con la notizia che la tomba è vuota. Si può immaginare il terrore che li ha attanagliati. Oltre al disastro della famigerata morte di Gesù sulla croce, si aggiunge una calamità: il suo corpo è stato fatto scomparire. È come se tutte le tracce della grande speranza che aveva suscitato fossero svanite. Pietro e Giovanni corrono verso il sepolcro. Quando arrivano alla tomba, Pietro guarda e rimane perplesso. L’altro discepolo “vede e crede”.
Che cosa spinge spontaneamente questo discepolo verso la fede? Come può riconoscere nella tomba vuota che Gesù è risorto? Non lo sapremo mai. L’unico indizio è che, allo stesso tempo, sembra capire qualcosa dalla Scrittura. Ricorda una parola come quello del salmo: “non lascerai che il tuo santo veda la corruzione”? Si dice davanti alla tomba vuota: ma sì, non ci avevo pensato, non avevo afferrato?
La realtà della risurrezione di Gesù va al di là della nostra comprensione, non può essere dimostrata razionalmente, ma apre un orizzonte sconosciuto. Malattia, violenza e morte non hanno più l’ultima parola. Sorge una nuova luce. Non solo cambia completamente il modo in cui guardiamo la vita, ma trasforma coloro che la accolgono, e rilascia in loro energie inaspettate. Conduce i discepoli di Gesù a formare una comunità che irradia la vita stessa di Dio.
Il confinamento che ci viene imposto, viene vissuto difficoltosamente da molti – penso ai single, alle famiglie che vivono in uno spazio molto piccolo, a coloro che sono separati dai loro cari, ai senzatetto. Possa questo confino non restringere il nostro orizzonte. Possa il messaggio Pasquale aprirci a nuove dimensioni, larghe ed ampie.
Nella nostra preghiera, anche se povera, possiamo accogliere la luce del messaggio Pasquale. Possiamo così scoprire che è possibile cambiare il nostro comportamento personale e collettivo, in vista di un altro futuro per noi e per l’umanità intera. Possiamo far entrare in noi l’immaginazione necessaria per mettere in pratica la nuova solidarietà.
Il Risorto invia i suoi discepoli in tutto il Mondo, non per portare tutta l’umanità nello stesso sistema religioso, ma affinché le loro vite irradino la speranza della pace sulla Terra e della pienezza per tutta la creazione .
Lasciamoci prendere dalla luce Pasquale e salutiamoci con questa notizia del mattino di Pasqua: “Cristo è risorto! “-” Sì, è davvero risorto! “
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